La storia della stagione dei nostri ragazzi fino ad ora e, soprattutto, di questa partita, è molto vicina (ma non troppo), allegoricamente parlando, al mito greco di Icaro e Dedalo.
Dedalo, fautore del labirinto di Cnosso, si ritrova intrappolato nella sua stessa creazione con suo figlio Icaro per mano di Minosse, re di Creta. Il desiderio di Dedalo di fuggire lo porta all’ambiziosa ma geniale idea di costruire delle ali con delle penne, attaccandole ai loro corpi con la cera.
“Non temere nulla: abbi soltanto cura di restare presso di me. Non ti lasciar tentare dall’altezza: il fuoco del Sole brucerebbe le tue ali, e non scendere troppo in basso, poiché l’umidità le appesantirebbe. “
Questa la raccomandazione del padre a Icaro che, preso dall’ebbrezza del volo, dall’orgoglio, gonfio delle lusinghe dei meravigliati contadini, vola alto verso il firmamento, così che il sole lo irraggi ma, allo stesso, tempo, sciolga la cera delle sue ali, portandolo ad una tragica fine.
Dopo otto vittorie su altrettante partite giocate e una prima parte di stagione vissuta da padroni, la nostra U18 ha trovato la prima sconfitta stagionale nel campo del Molfetta per 62-50. (Parziali 18-12, 13-16, 13-7, 19-15.)
I nostri ragazzi non hanno retto il peso del primo vero “big match” del campionato, nonostante due primi quarti molto equilibrati ma vanificati dal black out della terza e della quarta frazione di gioco.
Dato chiave della gara il numero di tiri da tre punti messi a segno: 1.
Numero che non va a sottolineare l’importanza del tiro dall’arco in una partita, ma come in questa gara la squadra si sia ritrovata snaturata della sua identità, poiché abituata a firmare i propri parziali con triple pesanti in cui sfocia tutta la sua grinta, fattore che ritroviamo anche nei rimbalzi, ma in questo caso anche questa è stata una sfida ampiamente persa con la squadra di Molfetta.
L’ebbrezza del volo, per Icaro e per gli U18, è stata un fattore che ha influito sull’ambizione e sulla prestazione, portando i ragazzi a non onorare quel “sangue per terra” con cui hanno vissuto ogni partita prima di oggi.
Ma, a differenza di Icaro, i nostri ragazzi si rialzeranno, con ali più leggere e allo stesso tempo più forti di prima, pronti a volare sempre più in alto e a continuare questa nostra avventura.
Francesco G Pontrandolfo.
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